martedì 29 gennaio 2008

CALCETTO OLIMPIONICO

Calcio da tavolo, calcetto, calcio balilla: diversi nomi, ma la sostanza non cambia. Niente piedi, solo mani, polsi e avambracci, e chi pensa che non si sudi sbaglia di grosso.
Due schieramenti di giocatori, divisi rigorosamente dalla specialità: attacco o difesa, questo fa la differenza. Non chiedete a un difensore di giocare avanti, non si tradisce il proprio ruolo.
E dopo anni da semplice passatempo, il calcio balilla ha fatto il grande salto, promosso a disciplina sperimentale delle prossime Olimpiadi 2008 di Pechino. A 70 anni esatti dalla sua invenzione, che fu subito un successo, il “calcetto” ha lasciato i bar per girare l’Italia.
Tornei e gare, per amatori e professionisti, uomini e donne, per adulti e bambini, si moltiplicano ovunque, e quelli che partecipano sono sempre di più. «Gli appassionati di questa disciplina- spiega Gianmarco Napoli, della Federazione Italiana Calcio Balilla di Torino- aumentano giorno per giorno. Nell’ottica comune è un gioco “made in Italy” e questo crea affezione e facilita l’approccio, anche perché lo si può incontrare un po’ ovunque, dai bar ai circoli, dagli oratori alle discoteche».
Aumenta il numero dei giocatori, ma soprattutto il calcetto ha smesso di essere solo “roba da uomini”: «Anche le donne vi hanno fatto capolino, prima timidamente, oggi con maggiore disinvoltura. Si sono attivate, a livello amatoriale, ma anche agonistico». Al punto che tre componenti della squadra che rappresenterà l’Italia a Pechino 2008 sono proprio donne.
Via libera al gentil sesso, dunque, e nessun problema nemmeno per quanto riguarda l’età: «Prerogativa del calcio balilla- continua Napoli- è non avere fissato alcun limite d’età. Esempio lampante è Aniello Di Sarno, torinese classe ’54, attualmente al sedicesimo posto nella categoria Master del Ranking Nazionale».
Campionato Italiano, Champion Cup, Tornei provinciali, Trofeo delle Regioni, Trofeo Vip: sono solo alcune delle gare attivate dalla Federazione che, al di là dell’agonismo, ha lanciato anche eventi di pura promozione della disciplina, come il torneo, in programma a Torino, “Sfida la Juventus”. «Si tratta di un’occasione di incontro tra squadra e tifosi- precisa Napoli- qui c’entra poco l’agonismo. Il premio finale, infatti, è poter giocare una partita di calcio balilla contro un giocatore e un dirigente della Juventus, nella formula del “doppio tradizionale”».
Punto debole, in un quadro di generale miglioramento, sono le strutture: gli atleti olimpionici sono dispersi ad allenarsi in svariati luoghi, concentrati soprattutto in Piemonte, ma anche i semplici tesserati alla Federazione non sono messi bene. Come spiega Napoli «mancano le sovvenzioni degli Enti preposti, che in realtà potrebbero permettere, come per ogni altro sport, la creazione di strutture apposite. I nostri appassionati, invece, sono obbligati a giocare solo in luoghi pubblici».

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